Tuesday, October 31, 2006

ANALOGIE, RAPPORTI E DIFFERENZE CON IL MOVEMENT


Gli anni Sessanta sono per gli Stati Uniti un decennio di profondo fermento. Dopo la fase da inquisizione maccartista e la guerra in Corea, si apre il periodo dell'esaltazione tecnologico-spaziale, della crisi di Cuba e dell'ipocrita e assurda situazione in Indocina (Vietnam, Cambogia, Laos) e della CIA. All'interno cè lo strapotere dei mass media che riescono a manipolare le notizie, ma non a far tacere le rivolte dei neri per le brutalità razziste della polizia, o a tralasciare di parlare di attentati che mettono in discussione i simboli del consumismo. Martin Luther King e Malcon x, rivolte nei campus universitari e i primi sit-in, la nascita di organizzazioni studentesche di sinistra e l'underground.
L'underground è sicuramente l'aspetto più caratteristico del fermento pre-sessantottino; il dissenso viene espresso con le armi della non partecipazione, della rivoluzione psichedelica (cioè, basata sulla rivelazione della psiche), della liberazione dell'individuo, dell'abbandono della società, della non-violenza, del misticismo che però verso la fine della decade tenderà a confluire in associazioni radicali di palese e aggressivo attacco al sistema. Nata dall"urlo" beat, la cultura underground abbraccia sempre più giovani nel corso degli anni Sessanta, essa diventa l'ultima frontiera per il giovane deluso dall'establishment, il sistema. Da una condizione di disaffiliation si passa alla ricerca di una soluzione al di fuori della società, fatta di pratiche alternative ai suoi aspetti più disumani, ricadendo innanzitutto sulla tradizione ottocentesca: l'idealismo e l'individuo di Whitman, la libertà, la non-violenza e la fuga-esilio nella natura di Thoreau, le soluzioni comunitarie in campo economico e sessuale degli Shakers e infine gli esempi di utopie socialiste come quella di R. Owen.
Altri spunti vengono ricavati poi da altre civiltà in cui sia rintracciabile un nuovo concetto dell'individuo; ecco che arriva l'Oriente, l'io-tutto dello zen e il messaggio, frainteso dagli hippies che con esso giustificavano l'abbandono della società, dell'immersione del saggio Zen nel flusso delle cose, la povertà e la purezza dell'uomo. Quindi gli hippies si ispirano anche alle antiche civiltà maya, azteca e inca nellidea di una comunicazione tra gli uomini non verbale, ma telepatica, spingendo tantissimi giovani ad avventurarsi nella ricerca più approfondita del proprio io attraverso l'uso di droghe naturali come il peyotl, lo yagè o i funghi sacri. Per ultimo, i riti sociali e religiosi dei pellirosse hanno avuto sicuramente il loro fascino su quei giovani così in colpa per i misfatti dei loro antenati. Inoltre confluivano sicuramente nell'underground quei bisogni pressanti di rinnovamento culturale e sociale, di anarchismo e di sfiducia totale nelle vie politiche tradizionali (parlamentarismo o rivoluzione). Era il flower power, il potere dei fiori, il facile ottimismo non-violento concretizzato nella droga, nel sesso e nelle religioni orientali.
Si costituivano comuni agricole in nome del rifiuto dei mezzi agricoli e dell'autosostentamento, ma senza rendersi conto della provvisorietà di un tale tipo di soluzione e nella stessa ambiguità si cercava di rivivere culture ormai morte in contesti del tutto differenti. Tuttavia questa volontà di non accettare il laissez faire generale ebbe una serie di effetti positivi; in campo culturale l'underground ebbe la funzione di scuotere una società ormai cristallizzata fino allosso. Attaccò il teatro, ormai grigio e squallido, il cinema commercializzato di Hollywood, la letteratura "moribonda" dei best-seller e al contempo riscoprì la musica folk, il blues e il jazz. Su tali basi abbatté ogni settorialismo mettendo insieme pittura, teatro e cinema, creando forme artistiche in cui lo spettatore si trova direttamente coinvolto nella performance sottraendolo al ruolo passivo di non-partecipazione. Attaccò i tabù borghesi delloscenità, del sesso, della promiscuità, della pornografia, dellomosessualità e del lesbianismo, svuotandoli del subdolo e ipocrita contenuto che la società gli "appiccicava" sopra. Tolse il sesso dalla "buia camera del sabato sera di papà e mamma", dai cinema e riviste per soli uomini per farlo erompere con forza vulcanica nella letteratura e nel cinema privato di ogni sfumatura di peccato rendendolo nuovamente uno dei primi elementi della vita creativa: il sesso come gioco e libera espressione dell"io" allapice della sua totale nudità.
"Guardati dai tipi del sistema: non hanno alcuna capacità di capire. Sappiamo che il sistema non funziona, poiché viviamo in mezzo alle sue rovine [...] Essere un capo è di per sé una cosa cattiva [...] Perché, poi, dovremmo cambiare un establishment per un altro establishment? Fa a modo tuo. Sii te stesso. Se non sai che cosa sei, scoprilo. I capi, mandali a farsi fottere". La grande nemica dell'underground è sempre stata la seduzione dell'establishment che con la repressione o con la riprovazione morale, sfruttando la propria capacità di assorbimento, ha tagliato oppure ha lasciato cadere e marcire quei rami, per così dire, "malati".
Quasi senza accorgersene, l'underground dopo lottimista esplosione dei primi anni si è andato lentamente spegnendo. "Ma quel vecchio socialismo ha perduto [...] Il marxismo e lanarchismo sono falliti [...] Il marxismo era troppo meccanicistico. Si è lasciato ipnotizzare dalla macchina [...] Rappresentava unottima teoria della società, per il XIX secolo"; ora infatti troppe rivoluzioni hanno sconvolto la vita dell'uomo contemporaneo a cominciare da quella sessuale, con cui si è liberata lenergia repressa dell'individuo, e quella dellautomazione, che ha superato tutte le altre teorie economiche della storia. A tutto ciò si è risposto con la rivoluzione psichedelica, cioè basata sulla scoperta di nuovi e più profondi universi attraverso l'uso di sostanze rivelatrici della psiche, che a sua volta ha comportato un radicale cambiamento nel modo di intendere larte unendola inseparabilmente alla vita. "Fare lamore, fare dei bambini e occuparvi della vostra ragazza, questa è la funzione di un uomo. Uccidere gente è per quei fantocci che non sanno quale è la loro vera funzione".
Youthquake, terremoto giovanile, è la parola giusta per qualificare ciò che è accaduto negli anni sessanta. Ma allora in che senso si può mettere in relazione la Beat Generation con il movement?
La differenza è ancora di carattere generazionale. Le idee di base sono la stesse, ma si verifica una profonda evoluzione sufficiente a rendere possibile la distinzione tra i giovani degli anni cinquanta e quelli del periodo pre-sessantottino. Quindi letà di quei giovani protagonisti era diversa, la mentalità pure e soprattutto la situazione storica e culturale non era già più quella dell'immediato dopoguerra. Ormai il ricordo del conflitto mondiale era sfumato e si era creato il temuto "equilibrio del terrore" della guerra fredda; non cerano più i vecchi hipsters, ma invece il fenomeno beat dilagava un po in tutto il paese e a, dire il vero, la Beat Generation non era neanche un movimento, tutto si riduceva a un gruppo affiatato di amici, una élite di affamati di vivere. Al contrario l'underground, a partire dai gruppi urbani, si era esteso praticamente a tutta la popolazione giovanile dAmerica e dEuropa aumentando leffetto della propria azione di opposizione alla politica dei conservatori - lo hippie si trasforma in yippie, cioè in aderente allo YIP, il partito internazionale della gioventù. Si creano quindi delle strutture e delle associazioni come per esempio l'underground press o il Living Theater. Lindividuo passa in secondo piano e nascono le comuni che si contrappongono alla lotta personale dei Beats e alla loro spontaneità non più rintracciabile nel movement.
Si potrebbe dire che l'underground nacque morto, cioè dal parziale assorbimento della Beat Generation da parte dell'establishment e di fatti si poté assistere a una grande commercializzazione portata avanti da tutti i mass media. L'underground quindi è la sottocultura delle grandi città. Le analogie tra i due movimenti si riducono allantimilitarismo, al pacifismo, allambientalismo, alluso di droghe leggere e allimportanza dell'individuo e del sesso, ma per esempio anche la musica che ascoltano è diversa; i Beats vanno in trance per le lunghe improvvisazioni del be-bop mentre gli hippies si dirigono verso Bob Dylan, che costituisce sicuramente un collegamento tra le due generazioni. Infatti prima del '65, cioè prima di sostituire la chitarra folk con quella elettrica, egli, pur dirigendosi alla massa, è da solo con la sua genuinità ad attaccare il sistema, mentre poi si commercializza drasticamente rendendo le proprie canzoni illeggibili.
Allinterno delle arti underground bisogna anche parlare del "nuovo teatro americano" che tutto sommato esula un po dallesclusivamente circoscritto al movement, basta pensare alla notorietà di compagnie come il Living Theater, il Bread & Puppet Theater e l'Open Theater. Il carattere "scandalistico" di questo tipo di teatro lha reso decisamente famoso, ma in modo quasi sempre superficiale, mentre proprio grazie a tali compagnie teatrali arrivò il grande rivoluzionamento della concezione del teatro, dellabbattimento dei canoni ormai logori e della nuova visione di questo come determinato impegno socio-politico, sia per i significati che per le strutture.
Nel nuovo teatro non si fa letteratura, ma si comunica con parole semplici arricchite con immagini e suoni; poesia e musica jazz e rock accompagnano, quando non ne sono i protagonisti, le performance; non si intravede una struttura organica, ma si mette in risalto lespressività dei gesti, dei suoni e dei colori; la lingua è sconvolta da ripetizioni, rallentamenti e accelerazioni. Il nuovo teatro ha avuto il merito di riscoprire forme teatrali comunitarie (Commedia dell'arte), popolari (pupazzi e marionette), rituali (riti etnici tribali e folkloristici), fondendo danza, musica e parola e rendendo allo stesso tempo partecipe l'intera collettività.
Altra caratteristica del movement fu la stampa underground, sotterranea più che clandestina data la sua poca notorietà, che nacque proprio a causa dell'ottusità del sistema, cioè, come in ogni regime si diffondono giornali e riviste, così si cominciarono a diffondere il Greenwich Village Voice a New York e l'Oracle e la City Lights Books di Ferlinghetti a San Francisco. Fondamentalmente fu la propaganda contro la guerra del Vietnam a far incrementare il numero di tali giornali che nel '67 inondarono la California. Si possono distinguere due filoni di questi giornali: quello della New Left, Nuova Sinistra, e quello dell'attivismo non-violento. Comunque in ogni caso il sesso sembra uscito dal clandestinato e al suo posto vi si getta la guerra. Fu l'Oracle ad essere il più tipico organo espressivo del momento, rivoluzionando al contempo la grafica contemporanea di tutto il mondo; infatti, attraverso l'esperienza psichedelica si intensificò l'importanza cromatica della realtà rendendola visione. I titoli sono disegnati e il testo si mischia ai disegni sfumati che si insinuano nelle pagine a posto del nero tradizionale; il giornale diventa un oggetto da guardare, un "viaggio". Ma queste riviste già nel '68 (avevano aperto nel '55) con un pretesto o un altro delle autorità vengono chiuse o fatte chiudere con la forza rendendo palese il desiderio violento di non colloquiare provocando di conseguenza nuove violenze nonostante il flower power, il potere dei fiori, un misto di amore e natura, invocato dagli hippies.
Di certo la proposta beat di salvare il mondo non ha preso la giusta direzione: dalla non-violenza si è passati a un fin troppo determinato attivismo. La Beat Generation è stata quindi contaminata dalla politica e, se poteva reggere il confronto coi singoli, quei giovani della nuova guardia si sono creduti troppo forti e hanno perso. Il messaggio un po orientaleggiante dei Beats era sicuramente valido, ma forse era fatto per restare una prerogativa di pochi non adatto a reggere una massificazione di tali dimensioni.

"Non violenza e pacifismo

Non più corpi dilaniati da rozzi proiettili rinascimentali, né da grossolane bombe Prima Guerra Mondiale, né da ingenui razzi incendiari Seconda Guerra Mondiale, il Progresso in Velocissima Marcia, la Tecnocrazia per il bene e il benessere degli uomini: napalm adesso per uccidere meglio, e bombe di plastica perché le schegge non si vedano nelle radiografie e così possano restare per sempre paralitiche bambine che diventeranno donne e poi vecchie senza conoscere la natura delle loro gambe. Intanto radar trasmittenti ipersensibili [...] per spiare e trasmettere il passaggio e le parole dei guerriglieri o forse soltanto dei fuggiaschi o magari degli smarriti, e comunque una raffica di mitra evocato dal radar colpisce e basta, perché fare tante storie? [...] Pornografia pornografia pornografia della guerra alla televisione per bambini innocenti, al cinema non vietato ai minori di anni quindici, nei rotocalchi per far passare il tempo dal parrucchiere o dal dentista, nei quotidiani autorevoli portati dal Capofamiglia insieme al Caffèdelmattino [...] pornografia del sangue in nome di questa o di quella patria [...] Intanto processi per pornografia contro giornali che parlano di sesso, sesso ridotto a oscenità fuori di realtà ecologiche o anche soltanto biologiche, la preoccupazione concentrata sul peccato del sesso, ancora come ai tempi della Lettera Scarlatta, mentre casini segreti di minorenni, mentre giovani ladre scaltre di uomini maturi, mentre stupratori di bambine e madri che le vendono guizzano tra le reti compiacenti dellomertà puritana. [...] Fiori bruciati per sempre, non-violenza fagocitata da religioni e partiti, pacifismo inghiottito da propagande politiche, studenti uccisi al loro rifiuto di fare ricerche di strumenti di guerra, miliardi investiti in ricerche di morte [...] manutenzione dell'assassino, abbonamenti per un controllo mensile, come per la macchina da scrivere, come per la televisione, come per gli elettrodomestici.
Era questo il fine della tecnologia?"

Monday, September 04, 2006

LE TEMATICHE PRINCIPALI E LE ORIGINI LETTERARIE

Un'avanguardia, in quanto tale, è caratterizzata da alcuni punti che la definiscono: il dinamismo temporale secondo cui lo scrittore si colloca consapevolmente in una cultura percepita come in costante trasformazione giustificando così la propria sperimentazione artistica; l'antagonismo sociale che rende possibile e obbligato l'allontanamento dell'autore dai valori etici, estetici e spirituali della critica contemporanea; la potenzialità storica dellarte per cui l'avanguardista presagisce un futuro idealizzato che diviene scopo della sua opera, implicando alleanze con forze rivoluzionarie o comunque progressiste; e infine, la militanza estetica, cioè l'innovazione artistica è considerata spinta trasformatrice della consapevolezza nella vita e nellarte. Nel periodo del dopoguerra tali caratteristiche si sono ampiamente manifestate pur subendo i cambiamenti sociali concernenti limmagine dellartista, cioè sembra che la società abbia decisamente limitato lantagonismo tipico delle vecchie avanguardie.
Gli anni Cinquanta hanno espresso un vero e proprio movimento d'avanguardia proprio con la Beat Generation e infatti i Beats sono stati gli ultimi della tradizione di protesta bohemienne contro la società borghese, ma anche un tentativo di far rivivere l'immagine, già di William Blake, dell'artista come un ribelle visionario profeta. Mentre da una parte si trovano le indagini morali di J. Salinger, dallaltra si affianca la glorificazione dell'autoespressione dei Beats di cui molti atteggiamenti si possono accostare ai movimenti avanguardisti precedenti. In primo luogo l'autodefinizione degli scrittori come una minoranza all'opposizione; la certezza di un imminente emergere di una nuova figura sociale di cui essi sono dei modelli precursori; l'ampliamento della coscienza di sé attraverso l'uso di droga e alcool e anche solo attraverso esperienze sessuali o musicali; l'idealizzazione di un comportamento spontaneo e appassionato, visto come obiettivo da raggiungere; il riconoscimento in sistemi religiosi non occidentali o comunque primitivi; infine il congiungimento con gruppi sociali emarginati.
Quindi i Beats affondano le loro radici in autori del passato che a loro volta si erano posti in maniera simile in campo artistico e sociale e infatti sono stati numerosi i tentativi critici di costringere la Beat Generation entro rigidi schemi-proseguimenti di altri movimenti ormai riconosciuti dalla storia. Soprattutto si è cercato di ricondurre la letteratura americana del secondo dopoguerra alla vecchia e nuova tradizione europea e sicuramente in parte è vero che i Beats leggevano e apprezzavano libri e poesie di autori del "Vecchio Continente", però è molto più importante sottolineare l'indipendenza di questo movimento che di fatto fu e rimase soltanto americano prendendo evidentemente spunto soltanto da Walt Whitman.
Innanzitutto da William Blake accolsero l'immagine del Bardo, l'atmosfera di visione e delirio e l'antintellettualistica emancipazione dalle convenzioni; in Arthur Rimbaud colpisce il poetare collerico e visionario, che va contro la tradizione, il realismo, il misticismo e il linguaggio semplice; in C. Baudelaire è riconoscibile quella stessa importanza di sostanze in grado di dare un altro aspetto, più profondo per i Beats, della realtà; da William C. Williams e da Ezra Pound si derivò la concretezza, la concisione e lidea secondo cui la poesia si deve fondare sulla musica; per ultimo da Whitman, che deve essere considerato il grande creatore dellamerican dream, sicuramente il free verse, il verso libero, lungo e irregolare, il ritmo, la ricerca continua di sé, il misticismo, la vivezza della lingua coi suoi gergalismi e termini onomatopeici e la sua non-europeità hanno influenzato gli autori della Beat Generation e in particolare modo la poesia di Allen Ginsberg.
Hanno letto E. A. Poe, W. Faulkner e E. Hemingway per la loro crudezza, H. Crane per gli eco di Whitman, D. H. Lawrence per la sua franchezza riguardo il sesso e per ultimo Aldous Huxley, il grande autore esperto di droghe. E proprio il tema della droga, della visione alternativa della realtà e della liberazione dellindividuo attraverso l'uso di sostanze stupefacenti, ma soprattutto di psicodislettici - i comuni "allucinogeni" o psichedelici - costituiscono sicuramente un importante punto di partenza per i Beats e allo stesso tempo un distacco insanabile della Beat Generation con le altre generazioni "perdute" o di poeti più o meno maledetti. Infatti una grande distinzione necessita essere fatta. Le consciousness-expanding drugs (=droghe che espandono la coscienza) negli anni Cinquanta hanno avuto notevole importanza per colmare il vuoto lasciato dal conflitto mondiale, esse erano un legame per sentirsi uniti. Droga=eroina=marijuana=mescalina=cocaina=hashish=LSD=anfetamina... tutte uguali per i giornali, la radio, la televisione, la gente dell'establishment. Al contrario per la Beat Generation e ancor più per il successivo underground la netta distinzione tra droghe dure, hard, e leggere, soft, è sempre stata chiarissima; le prime, gli oppiacei dell'Ottocento, danno assuefazione e creano dipendenza, mentre le seconde, di cui bisogna chiarire le origini culturali, alterano lo stato "normale" della mente inducendo vari tipi di "allucinazioni". La definizione di tale linea di demarcazione non si è basata soltanto su questioni mediche, ma soprattutto su motivazioni sociali; mentre la hard drugs allontanano l'individuo dalla realtà, chiudendolo nel proprio io, le soft drugs, come marijuana e hashish avvicinano le persone, eliminando le inibizioni e migliorando i rapporti tra i sessi e non solo. E così già Blake diceva: "Se le porte della percezione fossero sgombrate ogni cosa apparirebbe comè, infinita"; Walter Benjamin daccordo scriveva: "Sono convinto che certe forze dell'ebbrezza possano sostenere profondamente la ragione e la sua lotta per la libertà"; per ultimo, Aldous Huxley affermava: "Nessuna concezione dell'Universo nella sua totalità può essere definita senza prendere in considerazione queste forme di coscienza" riferendosi appunto a tali stati della mente. Infatti le droghe sperimentate nel secondo dopoguerra furono quelle che aiutavano a liberare la mente dalle "tenebre": mescalina, funghi sacri, acido lisergico (LSD), hashish e marijuana. In molte tribù indiane la mescalina è diventata un culto religioso e il peyote, da cui questa viene estratta, è stato usato dagli stregoni per millenni a scopo divinatorio, curativo e telepatico nel corso dei tentativi di comunicazione con le forze soprannaturali o per approfondire la comunicazione nel gruppo o per migliorare la solidità sociale. I funghi sacri invece erano già utilizzati dagli Aztechi per avere visioni e allucinazioni o come sacramento in cerimonie religiose. LSD, considerato molto più potente della mescalina, provoca intense esperienze religiose e allucinazioni di carattere soprannaturale. La marijuana, una pianta psicotossica, fu largamente usata per aumentare la concentrazione nei momenti di contemplazione. Gli anni Venti segnarono una straordinaria diffusione di questa droga tra i musicisti neri di musica jazz e tra gli scrittori sperimentatori come Hermann Hesse, William Burroughs o Aldous Huxley. Lo hashish, che in arabo significa "erba sacra", fu usato per scopi medici contro lasma, il delirium tremens, listerismo e la rabbia. Il primo tentativo di reprimere luso di sostanze derivate dalla Cannabis risale già allepoca di Napoleone per poi giungere al 1937, anno in cui un ex-proibizionista cominciò la repressione.
Con questi discorsi mistico religiosi la droga comunemente intesa ha ben poco a che fare. Come nel primo dopoguerra molti "scimmiottatori" si misero a bere solo per rischio, vanto o moda, gli imitatori degli anni Cinquanta fumarono marijuana solo per il gusto di trasgredire una proibizione e la propaganda del sistema si basò e si basa soprattutto su questi sfortunati che il più delle volte finirono per cadere nuovamente negli oppiacei. La direzione costante fin dall'inizio era lattacco al modo di vivere e pensare dei borghesi, il mondo square, con la loro manipolazione compiaciuta e assurda dei mass media e del sistema e con tutte le inibizioni sessuali e non solo dell'individuo, ormai ridotto una macchina un po vecchia e non più competitiva. Criticano il mondo americano di Eisenhower col suo falso moralismo puritano e le illusioni ancora positivistiche. Ma non si limitano alla pura e semplice critica, i Beats propongono e non risparmiano nulla nel nome di una forma possibile di salvezza: il Buddismo Zen.
"Nel Buddismo non cè posto per gli sforzi. Basta essere normale e niente di speciale. Mangia il tuo cibo, svuotati le budella, libera la vescica, e quando sei stanco vatti a stendere. L'ignorante riderà di me, ma il saggio capirà" e poi "lo Zen è soprattutto la liberazione della mente dal pensiero convenzionale, cioè qualcosa di assolutamente diverso dalla ribellione contro tutte le convenzioni come dall'adozione di convenzioni estranee":
"Nel paesaggio primaverile non cè
meglio
né peggio;
I rami in fiore crescono naturalmente,
lunghi alcuni,
Altri corti."
Propongono una vita spirituale e non materialistica, solo l'indispensabile viene ottenuto momento per momento e ricercano disperatamente il proprio "io" e la comunicazione con gli altri individui quando già Pirandello aveva scritto: "Non avete parlato turco, no. Abbiamo usato, io e voi la stessa lingua, le stesse parole. Ma che colpa abbiamo, io e voi, se le parole, per sé, sono vuote? [...] Abbiamo creduto di intenderci; non ci siamo intesi affatto". E allora entrano in gioco il sesso, massimo tabù per gli anni Cinquanta, e le droghe, punto di partenza per abbattere inibizioni e per vedere una realtà in cui non ci sono tanti individui chiusi ognuno in sé, ma una "tribù" multietnica. Basta con gli egoismi e i conflitti, ma amore, pace e solidarietà.
La morte è sempre presente e in un modo o nell'altro tutti gli individui devono affrontarla e i Beats rispondono a modo loro.

Tuesday, August 29, 2006

CONTESTO STORICO E SOCIALE DEL DOPO GUERRA.

Per gli Stati Uniti, il conflitto in Europa e poi l'effettivo ingresso in guerra avevano segnato il decisivo superamento della crisi iniziata nel '29; nel 1939 infatti l'economia americana stava recuperando i livelli di produzione precedenti all'anno della caduta. Gli anni immediatamente successivi alla fine del conflitto conobbero un notevole aumento dei redditi privati con conseguente espansione dei consumi dei beni durevoli (automobili, frigoriferi, televisioni) favorendo così la crescita industriale del decennio successivo. Ma gli anni della guerra produssero anche altri importanti effetti: grandi masse di persone cominciarono a spostarsi da ovest a est e una tale ridistribuzione della popolazione determinò la nascita di grandi sobborghi adibiti esclusivamente all'abitazione prima di ceti medio-alti e poi degli strati popolari. Inoltre al deflusso di gente bianca dalle zone centrali corrispondeva un aumento di persone di colore che dal sud del paese si dirigevano verso le aree urbane a cui si aggiungeva un flusso di immigranti provenienti dagli stati caraibici e dal Messico. Le tensioni tra le razze all'interno delle forze armate durante il conflitto mondiale rappresentarono le prime avvisaglie della tendenza allo scontro razziale del dopoguerra: Ku Klux Klan e, in risposta, Black Power.Gli anni Cinquanta furono caratterizzati sul piano economico da una fase di crescita pressoché ininterrotta fino al 1958 e sostanzialmente in politica interna il clima si mantenne poco conflittuale. Sul piano sociale i contrasti razziali si andarono accentuando man mano che le razze si trovavano sempre più vicine e a contatto nelle grandi città; i neri cercavano dove vivere mentre i bianchi fuggivano rifugiandosi nei sobborghi. Negli ultimi anni del decennio si andò spezzando quell'equilibrio cominciato nel '47 basato fondamentalmente sulla rigida separazione dei contrasti e delle contraddizioni sociali e politiche. Inoltre il periodo fu dominato da un forte patriottismo, originato dalla guerra fredda, che evidentemente non lasciava spazio a un conflitto interno. Infatti alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1945, la potenza americana si stendeva incontrastata su gran parte del globo. Non solo il suo esercito era accampato nel cuore dell'Europa e non solo la sua flotta e aviazione erano superiori per numero, potenza, tattica e tecnica, ma , in un panorama generale segnato dalle rovine della guerra, gli Stati Uniti con solo il 7% della popolazione mondiale detenevano circa un terzo del prodotto lordo mondiale e più della metà delle riserve ufficiali d'oro. La distruzione politica dell'Europa e l'enorme influenza esercitata in essa dall'URSS furono i primi elementi del quadro postbellico che richiesero alla nazione americana la presa di coscienza dei suoi compiti di controllo del centro del potere mondiale: il crollo contemporaneo di tutti gli stati europei contribuì decisamente a indirizzare in modo definitivo la predisposizione dello spirito nazionale americano finendo per determinare la creazione di un impero. Un impero liberale dunque governato dal libero scambio e in grado di superare ogni particolarismo nazionale in nome della prosperità complessiva del sistema basato quindi su uno sfondo ideologico riassumibile in Democrazia, Internazionalismo e Cooperazione. Come già l'impero britannico nell'Ottocento, gli Stati Uniti esistevano per adempiere a un compito etico, per portare la happiness (=felicità) e la libertà ai popoli della Terra. Tutto ciò fu evidentemente accompagnato da una profonda fede nel progresso e nell'umanità, dal culto del self made man e dal mito di una presunta missione americana. Pertanto l'America non combatteva una guerra qualsiasi, ma lottava per il trionfo del bene sul male dove il male era rappresentato dal totalitarismo, nemico mortale del mondo occidentale democratico. "Luglio 1945 [...] Dai Curie a Fermi, mezzo secolo di ricerche nel mondo infinitamente piccolo hanno messo davanti agli occhi dell'umanità, che guarda con speranza l'avvento della pace, le sconvolgenti applicazioni del nuovo simbolo della scienza - e della storia -: l'atomo". "Per molti l'aver sganciato la bomba atomica su Nagasaki non rappresentò l'ultimo atto della seconda guerra mondiale quanto piuttosto la prima azione della guerra fredda". Infatti ogni prospettiva internazionale di utilizzazione dell'atomo come fonte di energia tramontò rapidamente col deteriorarsi della situazione politica: dopo la guerra combattuta con le armi convenzionali, aveva inizio la guerra fredda. A pochi anni di distanza dal 1945, il mondo presentava un volto radicalmente nuovo; due paesi, USA e URSS, erano a capo di sistemi di alleanze nettamente contrapposti per proporsi entrambe come possibili leader del mondo intero. Gli Stati Uniti si proponevano di egemonizzare il globo per via economica mentre l'Unione Sovietica per via politica e militare. Tuttavia le due potenze erano accomunate dalla capacità distruttiva globale, disponendo entrambe di armi nucleari, e dalla politica interna dei due imperi, basata fondamentalmente sulla minaccia rappresentata dall'avversario. Il decennio quindi successivo alla fine del conflitto fu attraversato da una serie di situazioni critiche che tennero l'umanità intera col fiato sospeso.Anche se fredda, poiché le armi non potevano essere usate, quella fu una guerra a tutti gli effetti sul piano dell'asprezza dei rapporti internazionali. Si partì con la teoria del "contenimento" del presidente Truman, secondo cui gli Stati Uniti avrebbero contrastato in ogni modo l'avanzata del comunismo, per poi arrivare alla strategia della rappresaglia massiccia, che mirava a combattere il nemico dissuadendolo in partenza dall'iniziare le ostilità, e all'effettivo "equilibrio del terrore", assicurato dalla certezza della mutua distruzione. L'esistenza della bomba atomica aveva portato il cittadino a vedersi enormemente diminuito il suo potere contrattuale di fronte allo stato e, dato il rovesciamento della tendenza storica della progressiva umanizzazione della guerra volta alla tutela dei civili e dei prigionieri, a sentirsi ridotto in una condizione di continua precarietà. Guerra giusta e guerra ingiusta? Per decine di milioni di morti, non è più possibile parlare di aggressore e di aggredito, di vincitore e di vinto o di territorio; lo scopo della guerra ora è la distruzione dell'avversario: "una guerra nucleare sarebbe la fine dell'umanità". Allora risulta chiaro e appropriato parlare di ""equilibrio del terrore"" e pensando al futuro non si può che farlo con incertezza e timore. La crisi di Cuba del '62, il braccio di ferro tra Kennedy e Krusciov, rappresentò un momento di grande ansia in cui si temette una prova di forza tra USA e URSS. Ecco allora, la guerra fredda; il ricordo persistente e incancellabile di Hiroshima e Nagasaki, il pericolo costante della bomba; la "caccia alle streghe" maccartista e i procedimenti da inquisizione utilizzati (arresti, interrogatori, condanne, libri bruciati o censurati e intellettuali indicati come sovversivi); la violenza postbellica individuale e di gruppo; la progressiva stabilità economica che tentava di mascherare il vuoto divenendo l'unico obiettivo della classe medio-alta, l'estendersi di quelle enormi "sacche" di povertà, l'esistenza di un diffuso malumore operaio, la mancanza di un vero mondo giovanile che la guerra aveva drasticamente ridotto; la sfida nascente crescente e vincente della tecnologia e dei mass media; l'isolamento e la frammentazione degli individui nella grande crescita demografica, il trapasso da una generazione a un'altra; e infine, il delinearsi del ghetto come punto nevralgico della società USA con tutti i suoi elementi culturali: Jazz, be-bop, esplosioni di rabbia e primi tentativi di organizzazione. Per ultimo, l'aumento della popolazione e delle sue necessità, l'espansione urbana e delle infrastrutture, la moltiplicazione degli insediamenti industriali-inquinanti, produssero una nuova consapevolezza nel modo di guardare l'environment (=ambiente). Così si segnò un'altra rottura storica di ampiezza e profondità enormi che contribuì ulteriormente a determinare la crisi epocale del periodo. Nascono i cosiddetti movimenti controculturali, antiscientisti, antindustrialisti e ambientalisti. L'altissimo grado di interconnessione e interdipendenza dei nuovi modelli urbano-industriali si è manifestato in fenomeni come: motorizzazioni, lavorazioni industriali, pesticidi, inquinamento atmosferico e acustico, il problema dei rifiuti, la crescente sottrazione di terreni alle aree agricole per le infrastrutture, la scomparsa di centinaia di specie animali e vegetali e il disboscamento massiccio dei grandi "polmoni" della Terra. Ormai quindi, la fisica, la chimica, la genetica, l'elettronica e la biologia hanno assunto una nuova immagine non più di disinteresse e di innocenza; la ricerca oggi solleva spesso questioni etiche. Il nucleare è utilizzato per la produzione di energia, in vista dell'esaurimento delle riserve di idrocarburi, consentendo in tal modo l'acquisto sempre maggiore di beni durevoli grandi consumatori di corrente elettrica. I computers cominciano a invadere gli uffici pubblici e privati contribuendo anch'essi alla crisi dell'individuo. Decisivo è stato il ruolo della psicanalisi, diffusa in neppure tre decenni da una sorta di religione laica ampiamente condivisa. Nulla forse come la divulgazione e diffusione dell'opera di Freud attesta il vuoto lasciato dalla scomparsa di ogni forma di costruzione autonoma dell'"io". "Ero convinto che ci fosse ancora tempo, e parecchio. La società totalmente organizzata, il sistema scientifico delle caste, l'abolizione del libero arbitrio mediante il condizionamento metodico, la soggezione resa accettabile grazie alla felicità indotta chimicamente [soma=droga perfetta] , a dosi regolari, l'ortodossia martellata in capo alla gente coi corsi notturni di insegnamento ipnodico: tutte cose a venire, certo, ma non nei tempi miei [e inoltre] al nostro sistema etico tradizionale (in esso l'individuo ha importanza primaria) si va sostituendo un'Etica Sociale: adattamento, condotta socialmente orientata, appartenenza, acquisizione di capacità sociali, lavoro di squadra, vita di gruppo, pensiero di gruppo" (Aldous Huxley). Questo il panorama americano, europeo e mondiale degli anni Cinquanta. La Beat Generation ha sicuramente più diritto di altre generazioni di credere di aver ricevuto in eredità uno dei peggiori mondi possibili. La Beat Generation, che è specificamente il prodotto di tale mondo, nella storia americana è stata la prima a crescere in un'epoca in cui l'addestramento militare in tempo di pace rappresenti un dato di fatto della vita nazionale. E' stata la prima a conoscere le formule "magiche" della psicanalisi come "pane" quotidiano dell'intelletto. E' stata la prima alla quale il genocidio, il lavaggio del cervello, brain-wash, e la cibernetica risultino così familiari. Ed infine è la prima generazione che sia cresciuta in un mondo nel quale la soluzione finale di tutti i problemi sembri essere una sola: la distruzione nucleare. La reazione fu rivoluzione. Un misto di amarezza e volontà di lottare per sé, di scoprire le verità interiori, di combattere l'ovvietà e la falsità delle generazioni adulte con armi che vanno dalla provocazione alla negazione, dall'attacco all'autodistruzione; creare un nuovo mondo chiuso grazie cui entrare in contrasto, piuttosto che in contatto, con gli altri.
"Ero convinto che ci fosse ancora tempo, e parecchio. La società totalmente organizzata, il sistema scientifico delle caste, l'abolizione del libero arbitrio mediante il condizionamento metodico, la soggezione resa accettabile grazie alla felicità indotta chimicamente [soma=droga perfetta], a dosi regolari, l'ortodossia martellata in capo alla gente coi corsi notturni di insegnamento ipnodico: tutte cose a venire, certo, ma non nei tempi miei [e inoltre] al nostro sistema etico tradizionale (in esso l'individuo ha importanza primaria) si va sostituendo un'Etica Sociale: adattamento, condotta socialmente orientata, appartenenza, acquisizione di capacità sociali, lavoro di squadra, vita di gruppo, pensiero di gruppo."
Il mondo nuovo. Aldous Huxley

INTRODUZIONE:LA BEAT GENERATION.

Una corrente letteraria e culturale fiorita negli anni Cinquanta negli Stati Uniti, caratterizzata da una netta posizione di protesta nei confronti della società conformistica del secondo dopoguerra: una generazione stanca, battuta, senza la speranza di poter lasciare qualcosa al mondo contemporaneo. Erano gli anni dello Sputnik, l'era atomico-spaziale, un momento certo di crisi e un giornalista qualsiasi ebbe la discutibile idea di creare il termine beatnik per indicare alcuni scrittori che in un modo o nell'altro stavano facendo parlare di sé. Purtroppo bisogna ammettere che è questo ciò a cui si pensa quando, con incurante e indignante vaghezza, tentiamo senza successo di pensare a un triste momento della storia statunitense; in realtà noi ricordiamo appunto i beatniks, gli 'Hippie',i "figli dei fiori", le masse arrabbiate di studenti manifestanti, senza renderci ben conto del nostro imperdonabile errore. Fu Jack Kerouac a parlare per la prima volta di beat (=battuto) riferendosi non al ritmo musicale e di certo neppure all'idea di beatificazione, ma riprendendo il topos dell'uomo moderno battuto appunto e sconfitto di fronte alla società, alla falsa comunicazione, all'avidità per il denaro, alla violenza, alla sete di potere. Quindi, in seguito alla brillante pubblicazione di una rivista, si cominciò a parlare di movimento e di gruppo confondendo inequivocabilmente le comparse travestite della strada , che già nei Vagabondi del Dharma Kerouac esplicitamente attaccava, con i Beats: gli scimmiottatori con la minoranza di artisti. Una tale confusione li accomunò ben presto alla piccola delinquenza, date le brevi esperienze carcerarie di alcuni di loro, e così la gente comune raramente realizzò il vero atteggiamento e stile che il termine beat identifica: "aiuteremo a modificare le leggi che governano i cosiddetti paesi civili di oggi: leggi che hanno coperto la Terra di polizia segreta, campi di concentramento, oppressione, schiavitù, guerra, morte"."Qualcosa sta accadendo. Qualcosa di strano, di incerto, di allarmante, di vivo. Qualcosa che minaccia molte sacre tradizioni di questo paese, e reclama il diritto di dare alla nazione la sua ultima possibilità di salvezza".Allen Ginsberg parlava di traiettorie e triangolazioni di individui uniti dal comune modo di sentire: gente senza fede con la coscienza di non aver più nulla da perdere. Di fatto, la Beat Generation nasce dall'incontro di alcuni giovani tra cui si crea uno straordinario e incredibile legame: l'amicizia. E un gruppo di amici, battuti e in realtà beati, che contribuisce a dare vita a movimenti pacifisti, altri per i diritti civili e altri ancora per le libertà sessuali. Una generazione che è bruciata in fretta, e per questo spesso accomunata alla Lost Generation, la generazione "perduta", del primo dopoguerra, ma che ancora continua a farci compagnia nella nostra voglia di rompere gli schemi, di andare contro i conformismi puritani e soprattutto nel nostro diritto e dovere di salvare il nostro mondo. Kerouac, Ginsberg, Ferlinghetti, Corso, McClure, Snyder, Burroughs e tanti altri sono ancora nostri vivi compagni di viaggio. Ma allora che significa essere beat? "[...] chi è sopravvissuto a una guerra, sa che essere beat non significa tanto esser morti di stanchezza quanto avere i nervi a fior di pelle, non tanto essere pieni fin qui quanto sentirsi svuotati. Beat descrive uno stato danimo spoglio di ogni sovrastruttura, sensibile alle vicende del mondo esterno, ma insofferente delle banalità. Essere beat significa essersi calati nellabisso della personalità, vedere le cose dal profondo [...]"; e Corso infatti aggiungeva: "Se si vede la morte e fiori e si vede decapitata una persona di pace, se si vede un decapitato, è terribile, si piange, si diventa curvi e rattrappiti, un funerale è passato, si diventa beat". Inoltre una volta gli chiesero se i Beats fossero dei fuorilegge ed egli placidamente rispose: "E stato un fuorilegge il padre della nostra patria? Si. E' stato un fuorilegge Galileo per aver detto che il mondo è rotondo? Io dico che il mondo è rotondo! Non square, quadrato!". Inizialmente apparve lo hipster, l'esistenzialista americano, luomo che sa che se il nostro destino è quello di vivere sotto la continua minaccia di una morte istantanea per una guerra atomica o di una fine lenta ma certa per consumismo, essendo soffocato ogni istinto di creazione e di rivolta, allora l'unica risposta vitale è accettare la morte come pericolo costante, divorziare dalla società e imbarcarsi in un viaggio misterioso negli imperativi ribelli del proprio "io". Lo hipster è il "nero bianco" egli assume la vita, vissuta al presente, della gente di colore che è al di fuori delle istituzioni bianche - che cerca piaceri da provare nell'attimo presente, piaceri che la società bianca cristallizza e riproduce finendo per annientarli. Quindi violenza, sessualità, apoliticità e rifiuto di ogni moralità. Accanto a una siffatta figura si formò il beat, un giovane intellettuale deciso a far sentire la sua voce, accanito ricercatore di verità nella marijuana (lo hipster utilizza l'eroina), nel misticismo, nelle filosofie orientali, nel sesso e nelle lunghe improvvisazioni del be-bop. Lo hipster gelido, irraggiungibile, chiuso nella sua letale eroina, e il beat straziato dall'amore mistico per l'umanità, poeta respinto e incompreso, perennemente sullorlo della pazzia e fumatore di marijuana, vivevano fianco a fianco accomunati dal 'Be-Bop'di "Bird" Charlie Parker ascoltato nei locali del Greenwich Village (NY) o della North Beach (SF). Fu il beat a sopravvivere e diede voce alla propria angoscia e a scrivere il proprio "urlo". "Ci apparve Huncke e disse sono beat con luce radiosa sprizzante dagli occhi di disperazione... una parola tratta forse da qualche carnevale o caffetteria di drogati. Era un nuovo linguaggio, in effetti spade [negro] [...] Intorno al 1948, gli hipsters, o beatsters, si dividevano in caldi [hot] e freddi [cool].Gran parte della confusione riguardo gli hipsters e la Beat Generation deriva in genere dal fatto che ci sono due stili diversi di hipsterism: quello freddo è il saggio laconico e barbuto che siede davanti a una birra appena iniziata in un locale beat, ha voce bassa e scortese e ragazze nerovestite che non aprono bocca; quello caldo è il folle dagli occhi scintillanti (innocente e dal cuore aperto), chiacchierone, che corre da un bar all'altro, da una casa all'altra, alla ricerca di tutti, gridando irrequieto, brillo, cercando di far lega con i beat sotterranei che l'ignorano. La maggior parte degli artisti della Beat Generation appartiene alla scuola calda". Alla fine i Beats cool sparirono chiusi nel loro mondo; i beatniks si stancarono e soprattutto ebbero paura e tornarono alle loro case; i Beats hot invece - quelli di On the Road, per intenderci - continuarono a scrivere, a dipingere, a viaggiare e a fumare la marijuana però ora nascondendosi in modo tale da far calmare le ansie e i timori di polizia e gente, che raramente si curò di leggere ciò che questi "buffoni-delinquenti" avevano scritto troppo impegnati con riviste di cronisti mondani. Ora che i subterraneans, i sotterranei, di Jack Kerouac sono diventati famosi, molti critici li hanno identificati con la "Scuola di San Francisco", ma anche questo è da considerarsi un errore. La Beat Generation infatti si è inserita in tale gruppo costituito perlopiù da vecchi anarchici dadaisti, tra cui il "santone" Henry Miller, Kenneth Rexroth e Robert Duncan; ma, in realtà, i Beats, pressappoco una "gioventù bruciata", si diresse verso una direzione ben diversa seppur ramificata a partire da idee già note al mondo culturale del Novecento. Non sono professori o scrittori professionisti, cambiano lavoro continuamente e sono perennemente in bolletta; giovani disperati che credono nella vita ma che rigettano i sistemi morali precostituiti. Bevono molto, fumano parecchia marijuana e girano il mondo in autostop ascoltando e improvvisando 'Jazz', ma soprattutto scrivono romanzi e poesie. E stato facile quindi scambiare il loro stile di vita con una semplice rivolta anti-borghese. Ora però che le rabbie ideologiche si sono sopite, le invidie sono state appagate, il disprezzo è stato placato, il minuscolo gruppo di poeti-scrittori degli anni Cinquanta può essere visto non tanto come un semplice e curioso soggetto sociologico, ma come un motore creatore di utopia. E lutopia era quella di ottenere con una rigorosa non violenza la soluzione dei conflitti di classe e la liberazione da ogni tabù e soprattutto di proporre un nuovo e originale legame tra gli uomini e il Tutto.
"La Beat Generationè un gruppo di bambini all'angolo della strada che parlano della fine del mondo Jack Kerouac